Nel corso degli anni Iginio si distingue per altri atti eroici , alla medaglia d'argento al valor militare si aggiungono altre due al valor civile. Il suo ricco medagliere comprende le varie benemerenze ricevute per aver partecipato alle numerose campagne per l'unità d'Italia.

Quanto segue si riferisce alla sua permanenza a Frosinone.

Secondo il racconto dei discendenti, Iginio è capitato nel Lazio a seguito dell'unificazione d'Italia. Sembra sia stato in precedenza più volte, a corte del Re e abbia prestato servizio al Pantheon di Roma.


Approda a Frosinome presumibilmente nell'autunno
1871 in concomitanza all'istituzione della Regia Scuola Tecnica dove lo stesso insegnerà ginnastica per molti anni.

Negli anni seguenti sposa Madame
Clelia Bouchard Battisti, descritta nei documenti come ricca possidente, figlia del governatore di Frosinone Bernardo Bouchard.

Dal matrimonio, nel
1873 nasce Giovanni, nel 1874 Edoardo, che muore l'anno seguente, nel 1875 nasce Elisa, nel 1878 Maria, nel 1882 Enrico e nel 1880 Umberto. Quest'ultimo a quattro anni, a causa di una menengite, diventa sordomuto, nel corso degli anni con grande volontà e determinazione riesce a recuperare la parola. Dopo gli studi accademici, diventa un abile e apprezzato intagliatore, e scultore in legno di oggetti d'arte sacra.

Ex garibaldino, cresciuto in ambiente militare, Iginio era sprezzante del pericolo come lo dimostra il fatto di cronaca avvenuto nel novembre del 1876, descritto nella pagina seguente, in cui lo vede protagonista.
La notizia appare sul periodico locale "IL LAMPO" diretto dal coetaneo Aristide Salvatori.** di RIPI (FR) , anch'egli combattente nelle guerre di indipendenza per cui non è da escludersi che la conoscenza tra loro sia avvenuta nel corso delle stesse.